6 GIUGNO 1981 - 6 GIUGNO 2022: 41 ANNI DI MISTERI NEL RICORDO DI CARMELA E GIOVANNI
- Alessandro Cariulo
- 6 giu 2022
- Tempo di lettura: 3 min

6 giugno 1981 - 6 giugno 2022.
Sono passati esattamente 41 anni dall'inizio di tutto. Si, avete capito bene, l'inizio di tutto. Quel 6 giugno di 41 anni fa, il killer delle colline fiorentine, non colpiva certo per la prima volta, uccidendo una coppia di giovani ragazzi, ma sicuramente si presentava al mondo intero. E lo faceva mostrando per la prima volta uno dei suoi marchi di fabbrica, ovvero la mutilazione del pube della vittima femminile. È da quel giorno che, grazie ad alcune intuizioni, si collegò il duplice delitto di Scandicci ad un altro duplice delitto, avvenuto nel Mugello vicino Borgo San Lorenzo, più o meno 7 anni prima e rimasto senza un colpevole. È da qui che inizia l'incubo del killer delle coppiette, denominato dalla stampa "Mostro di Firenze".
Ma cominciamo dall'inizio. Innanzi tutto, chi erano le vittime? Visto che oggi ricorre il 41esimo anniversario della loro morte, è giusto porre loro e la loro storia al centro di tutto. Giovanni Foggi, 30 anni, dipendente dell'Enel e Carmela De Nuccio, pellettiera di 21 anni. I due si erano conosciuti solo da pochi mesi ma la forza dell'amore che li aveva travolti era stata così forte che avevano già iniziato a programmare il loro matrimonio. E molto probabilmente fu quell'argomento a tenere banco quella sera del 6 giugno, a cena a casa di Carmela, nella zona di Ponte a Greve, un agglomerato di case che collega Firenze a Scandicci. Finita la cena i ragazzi si congedarono, dicendo che sarebbero andati a prendere un gelato, anche se il loro vero obiettivo era cercare un luogo tranquillo e appartato dove poter avere un po ' di intimità. Quell'intimità che trovarono in mezzo agli olivi e ai campi, a poche centinaia di metri da un famoso locale notturno dell'epoca, la discoteca Anastasia, nota a tutti come "La Pagodina" per la particolare forma del tendone che ne incorniciava l'ingresso. Un'intimità che quella notte fu violata per sempre da una mano crudele e assassina che, prima sparò per uccidere e dopo, estratta la ragazza dall'abitacolo e adagiata su un prato a poco più di 10 metri verso valle, infierì su di essa mutilando il pube, con tagli netti che prima recisero cintura, jeans e slip e poi incisero la carne.
Quando la mattina successiva, un poliziotto fuori servizio insieme al figlioletto, ritroveranno i corpi, la scena sarà agghiacciante. Carmela è distesa, supina, le gambe leggermente divaricate, una catenina appoggiata tra le labbra a ricordare la ninfa Clori, rappresentata da Botticelli nella sua Primavera. Una scena rituale, che purtroppo si ripeterà molto spesso nel corso dei successivi 4 anni.
Come detto questo non è certo il primo delitto del killer delle colline fiorentine, ma certamente è il delitto che certifica e sottolinea la sua fantasia deviata. E' la prima volta che porta all'esterno le sue fantasie in modo quasi completo (nel 1968 non erano ancora presenti, nel 1974 si stavano ancora sviluppando). Possiamo definirlo il delitto che determina la sua maturazione e la sua identità. Delitto che tra l'altro riproporrà in fotocopia solo 4 mesi dopo. Si evidenziano elementi che saranno ricorrenti come l'assalto all'auto con la pistola, l'uccisione immediata delle vittime, lo spostamento della vittima femminile, la messa in atto di mutilazioni sul cadavere femminile, ma anche la scelta del luogo dove colpire: luoghi famosi per essere frequentati da coppiette, talvolta vicino a locali notturni e discoteche (chiari punti di ritrovo per giovani e giovanissimi), colpire una coppia di fidanzati. In questo delitto sono espresse le caratteristiche del killer, anche e soprattutto da un punto di vista psico-comportamentale, con l'attacco alle vittime nel momento che precede il rapporto sessuale vero e proprio.
In ogni caso oggi è il 6 giugno, il momento per ricordare ancora una volta e ancora di più, quello che il Mostro faceva: spezzava giovani vite di giovani innamorati nel momento del loro massimo abbandono. Questo era uno dei più brutali assassini della storia criminologica italiana.
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