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ANALIZZARE E STUDIARE I SERIALKILLER: TECNICHE E STRUMENTI (Parte 1/2)

  • Alessandro Cariulo
  • 31 lug 2023
  • Tempo di lettura: 6 min

Classificare in modo chiaro e netto un Serial Killer è impossibile. Far entrare un soggetto così complesso e dalle mille sfaccettature psico-comportamentali all’interno di una fredda e definita casella è assolutamente controproducente, sia quando si studia il fenomeno da un punto di vista teorico, che quando ci si trova ad affrontare un’indagine di un caso reale. Approfondimenti riguardo alle classificazioni passate, presenti e future potete trovarli nel mio saggio dal titolo “Serial Killer. Un viaggio alla scoperta dell’oscuro mondo degli assassini seriali”.


Questa che propongo però non vuole assolutamente essere una classificazione, bensì una delle tecniche utili all’analisi dei killer seriali, in questo caso con particolare riferimento alle modalità di interazione tra essi e i cadaveri delle proprie vittime. Come vedrete, molte di queste modalità, definiscono proprio quelle caratteristiche che rendono un serial killer violento e brutale.

In base a quello che il Serial Killer fa nel corso o successivamente all’omicidio, si possono distinguere le seguenti tipologie di soggetti:


Ø Serial Killer Squartatore (Ripper Serial Killer)

Ø Serial Killer Mutilatore (Mutilator Serial Killer)

Ø Serial Killer Depezzatore (Cutter Serial Killer)

Ø Serial Killer Necrofilo (Necrophiliac Serial Killer)

Ø Serial Killer Torturatore (Torturer Serial Killer)

Ø Serial Killer Collezionista di corpi (Body’s Collector Serial Killer)


Attenzione, va sottolineato come, in diverse situazioni, ci si possa trovare davanti ad uno stesso soggetto che mette in atto più di uno dei comportamenti sopra descritti (es. uno squartatore collezionista di corpi, un mutilatore necrofilo, ecc.). Iniziamo però ad analizzare in dettaglio ognuna delle precedenti categorie.


Serial Killer Squartatori


Sono assassini che in genere uccidono le loro vittime utilizzando armi da taglio, anche se a volte possono strangolare e successivamente dilaniare il corpo della vittima con l’utilizzo di vari strumenti (coltelli, rasoi, pugnali, punteruoli, ecc.). In molti casi, l’attenzione del killer ricade sugli organi interni, che a volte possono essere portati via o disposti intorno al corpo seguendo schemi particolari o in modo casuale, e tutto ciò può essere legato non solo ad un interesse di tipo sessuale, ma anche ad una reazione rabbiosa oppure ad una manifestazione della psicotica che il killer esprime. Si tratta della tipologia di assassini senza dubbio più violenta e che attira maggiormente l’interesse dei mass media, per esempio il caso di Jack lo Squartatore, ma non solo.


Tra i killer squartatori è possibile individuare le seguenti categorie, ciascuna delle quali legata ad una specifica motivazione:


Ø Squartatori Sessuali/Lussuriosi -> Si tratta di soggetti che traggono piacere sessuale diretto o indiretto dall’azione mutilatoria, oppure dichiarano di provare piacere sessuale nell’immergere le mani nelle viscere delle vittime. Sono i classici Lust Killer.

Ø Squartatori Rabbiosi -> Soggetti che squartano le loro vittime come segno di massimo disprezzo nei confronti loro o di quello che loro rappresentano come donne, omosessuali, senzatetto o altro.

Ø Squartatori Psicotici -> In genere uccidono e squartano le loro vittime perché è loro ordinato e imposto da voci e immagini inesistenti (allucinazioni), ma non traggono un diretto piacere sessuale da queste azioni


Infine, non è raro che alcuni assassini squartatori dichiarino di aver agito in tale modo perché curiosi di vedere com’è fatto il corpo all’interno o per trarre piacere dalla sensazione di immergere le proprie mani nelle viscere.


Serial Killer Mutilatori


Le motivazioni che spingono questi assassini ad uccidere e mutilare i corpi delle proprie vittime possono essere diverse: dal feticismo, al cannibalismo, al desiderio di comunicare fino alla psicosi. Anche se ogni parte del corpo può essere mutilata e asportata, i casi più frequenti riguardano l’asportazione di genitali interni ed esterni, femminili e maschili, seni, testa, mani e piedi. In alcuni casi il killer può portare via peli e/o capelli delle vittime, così come aree corporee ricoperte di peluria, per esempio cuoio capelluto o pube.

È importante sottolineare che l’asportazione può assumere sia il funzione di Trofeo, che alimenta il senso di trionfo e potere provato dal killer al momento dell’aggressione, che la funzione di Souvenir, forte carica psico-emotiva, spesso di natura sessuale, che porta il killer a rivivere le sensazioni e il piacere provato nel mettere in atto il delitto. Tutto questo dipende dalla motivazione psicologica che caratterizza l’assassino, per esempio: le parti asportate possono essere consumate (cannibalismo sessuale e/o rituale), conservate in formaldeide, mummificate, indossate dal killer all’interno di un perverso e privato gioco sessuale, spesso legato a difficoltà a livello dell’identità di genere, possono essere applicate su un manichino o su un fantoccio per ricreare il corpo femminile o maschile e potersi masturbare (come Edmund Kolanowski, assassino seriale polacco), possono avere un significato simbolico vendicativo (come per esempio William MacDonald, il “Mutilatore di Sidney” o Michael Lupo, che strangolava uomini e ne mutilava lingua e genitali per vendicarsi di essere stato infettato dal virus dell’HIV, possono anche essere inviate a inquirenti e giornalisti oppure il killer se ne può disfare poco dopo il delitto.


Oltre alla motivazione sessuale, senza dubbio la più diffusa in questo tipo di delitti, ci possono essere altri motivi dietro alla mutilazione:


Ø Componente simbolica (vendetta, rituale, psicosi)

Ø Componente comunicativa (lanciare un messaggio alla società intera)

Ø Componente utilitaristica (rendere più difficile l’identificazione)

Ø Componente aggressiva (umiliare la vittima anche dopo la morte)


Al contrario di quello che si può pensare, un killer può ricorrere alle mutilazioni in uno o più delitti di una stessa serie, ma non in tutti i delitti che mette in atto.


Serial Killer Depezzatori


Gli assassini che tendono a fare a pezzi le loro vittime sono solitamente spinti dalle diverse motivazioni. Molto spesso questi assassini fanno a pezzi le loro vittime per potersi disfare meglio dei corpi senza attirare l’attenzione (motivazione utilitaristica) ma possono farlo anche perché spinti da un impulso sessuale (motivazione sessuale) o perché sentono voci o vedono immagini a carattere allucinatorio (motivazione legata a psicosi). Alcuni possono decidere di conservare le parti dei cadaveri fatti a pezzi, oppure liberarsene per esempio in cassonetti, discariche, corsi d’acqua, ecc.

Nella mente di questi assassini scatta solitamente lo stesso meccanismo che si nota in alcuni bambini fanno spesso a pezzi bambole e altri giocattoli per scomporli nelle loro unità ed esplorarli. Nei killer che fanno a pezzi le proprie vittime non per motivi utilitaristici si può individuare un meccanismo simile spesso legato ad un blocco nello sviluppo psico-emotivo ad uno stadio precoce, in cui il bambino è stato “limitato” nelle sue esplorazioni. Questo blocco può portare ad una difficoltà nello sviluppo di due componenti fondamentali per la creazione della personalità del soggetto:


- Componente Cognitiva (sperimentare effetti delle azioni nello spazio)


- Componente Emotiva ( sperimentare la separazione dall’oggetto)


Inoltre, il killer che fa a pezzi le proprie vittime, è un soggetto che teme la separazione dal proprio “oggetto del desiderio” e questa azione lo porta a capovolgere i ruoli abituali: è lui a decidere come e quando separarsi dalla vittima. Si tratta di soggetti che hanno avuto problematiche sia a livello educativo che relazionale e che hanno accumulato una lunga serie di fallimenti e frustrazioni. Tra gli esempi più noti di questa tipologia di assassini ci sono, tra gli altri, Ed Gein, Jeffrey Dahmer ed Edmund Kemper.


Serial Killer Necrofili


Si tratta molto spesso di soggetti che vivono isolati dal resto del mondo, almeno a livello relazionale, e che hanno pochissimi legami affettivi con altre persone. In genere uccidono le loro vittime cercando di preservare al massimo lo stato del corpo, strangolando, annegando o soffocando la vittima di turno. Sono serial killer che provano piacere sessuale nel toccare, maneggiare, spostare i corpi delle loro vittime, talvolta arrivando fino al rapporto sessuale vero e proprio, che però non è sempre presente. Non è raro che decidano di conservare i corpi delle proprie vittime per lavarli, truccarli e vestirli, a loro piacimento, per un certo periodo dopo la loro morte. In genere sono soggetti che lavorano, o hanno lavorato per un certo periodo, in luoghi in cui hanno potuto avere a che fare in modo diretto con i cadaveri: pompe funebri, obitori, cimiteri, ambito medico e ospedaliero.


Serial Killer Torturatori


Si tratta di assassini sadici che possono mettere in atto una vasta gamma di torture, possono disporre di luoghi appositi come cantine, stanze, furgoni, che attrezzano con strumenti di vario tipo, rendendoli delle vere e proprie stanze delle torture. L’obiettivo del torturatore non è tanto arrecare dolore alle vittime, quanto creare in loro un senso di profonda paura, che diventa vero e proprio panico, ottenendo così come feedback una sensazione di potere, dominio e controllo assoluto che li porta a provare un profondo piacere.


Serial Killer Collezionisti di Corpi


Si tratta di Serial Killer che, dopo aver ucciso le proprie vittime, tengono i cadaveri in casa o nelle vicinanze di essa:


- Cadaveri, o parti di essi, conservati nella propria abitazione (es. Dennis Nilsen, Ed Gein, Anthony Sowell)

- Cadaveri conservati in scantinati, sottotetti, murati (es. J. W. Gacy)

- Cadaveri, o parti di essi, conservati in congelatori (es. Jeffrey Dahmer)

- Cadaveri sepolti nel giardino di casa (es. Dorothea Puente, Stevanin)


Tra le motivazioni che danno origine al comportamento di questi soggetti ci possono essere:


- Utilità -> Nascondere i corpi per evitare o ritardare l’avvio di indagini di polizia

- Paura dell’abbandono -> Traumi di abbandono (anche ripetuti) e difficoltà nella socializzazione, e quindi uccidendo e tenendo i corpi con loro sono sicuri che non verranno abbandonati

- Motivazione sessuale -> Sadismo (controllo sulla vittima anche dopo la morte), necrofilia, feticismo, cannibalismo e vampirismo


Come detto all’inizio di questo articolo questa è solo una delle modalità che possono essere considerate per analizzare il complesso fenomeno degli omicidi seriali. A presto per un nuovo appuntamento.

 
 
 

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©2020 di Alessandro Cariulo Psicologo Criminologo Formatore. Creato con Wix.com

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