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La fine di un incubo: Serial Killer di Long Island catturato dopo 13 anni di indagini

  • Alessandro Cariulo
  • 19 lug 2023
  • Tempo di lettura: 4 min

Un killer nell’oscurità. Una figura indefinita, che si muove nella notte, prendendosi la vita di giovani ragazze. Nella maggior parte si trattava di donne che si prostituivano, e che utilizzando annunci diffusi su siti internet per avvicinare i loro clienti. Sono state violentate, molto probabilmente torturate, infine soffocate e fatte a pezzi prima di essere rinchiuse in alcuni sacchi, in seguito abbandonati nei cespugli alle spalle della spiaggia, a pochi passi dall’Oceano. Almeno 10 vittime, ma si ipotizza che il numero reale possa arrivare a 16, uccise tra il 1996 e il 2011 nella contea di Suffolk, Long Island, a poche decine di kilometri dalla meravigliosa e splendente New York.


Le vittime identificate:


Ø Maureen Brainard-Barnes (25 anni) -> È scomparsa nel luglio 2007 ed è stata una delle prime vittime a essere ricondotta alla scia di sangue del serial killer di Long Island. Era una prostituta newyorkese. È stata vista viva per l’ultima volta in un hotel di Manhattan.

Ø Melissa Barthelemy (24 anni) -> La sua sparizione risale al luglio 2009. Anche lei di professione faceva la prostituta.

Ø Megan Waterman (22 anni) -> Scomparsa nel giugno 2010. Di professione prostituta, era stata vista viva per l’ultima volta a Long Island.

Ø Amber Lynn Costello (27 anni) -> Di lei non si sa più niente dal settembre 2010. Come le altre vittime, era dedita alla prostituzione.

Ø Jessica Taylor (20 anni) -> La giovane è scomparsa nel 2003 ed è stata collegata anni dopo agli altri femminicidi. Il suo corpo è stato recuperato nell'area di Manorville, che si trova proprio a Long Island.

Ø Valerie Mack (24 anni) -> Identificata solo nel maggio 2020. Era coinvolta anche lei in un giro di prostituzione e i suoi resti sono stati trovati a Gilgo Beach nel 2011. È scomparsa nel 2011.


Adesso l’incubo sembra davvero finito. A distanza di 13 anni dal ritrovamento dei corpi lungo la spiaggia di Long Island il misterioso assassino, che sembrava imprendibile, finalmente ha un nome e cognome: Rex Heuermann, architetto newyorchese di 59 anni, sposato e con due figli, che abitava poco distante dal luogo dell’abbandono dei corpi. Il lavoro della polizia è stato davvero incredibile e, dopo pedinamenti e indagini approfondite, è arrivata la svolta. Ad inchiodare l’architetto, che esercitava in uno studio presso il World Trade Center, è stato il DNA. Infatti, proprio grazie al capillare lavoro degli investigatori e ai loro appostamenti, è stato possibile prelevare alcuni campioni di materiale biologico di Heuermann da un pezzo di pizza che aveva morso e lasciato in un cartone, gettato poi nei rifiuti. Il suo DNA combacia esattamente con alcune tracce rinvenute sul corpo di una delle vittime del Long Island Serial Killer (LISK). Ma non è tutto. Alcuni capelli appartenenti alla moglie di Heuermann sono stati rinvenuti sui corpi di altre 3 vittime attribuite a LISK.


È proprio grazie a queste prove che, nella giornata di giovedì 13 luglio, la polizia ha organizzato un’operazione che ha portato all’arresto del sospettato, atteso all’uscita dal posto di lavoro.

Proprio in queste ore stanno proseguendo le perquisizioni all’interno delle sue proprietà (è stata sequestrata anche la sua auto), alla ricerca di prove e, soprattutto, possibili oggetti che il killer potrebbe aver sottratto alle vittime per conservarli con la funzione di trofeo. Intanto, dall’analisi del suo PC, è emerso il suo morboso interesse per il sesso estremo e violento, per la tortura di giovani donne e materiale pornografico a tema sadico. Inoltre è stato possibile individuare, all’interno di alcune cartelle, una quantità incredibile di materiale relativo alle notizie comparse sui quotidiani in relazione ai delitti di Gilgo Beach. Se un tempo gli assassini seriali conservavano ritagli di giornale, oggi collezionano quelle stesse notizie in formato digitale. Infine, nel seminterrato della casa sono state rivenute, chiuse in una cassaforte a muro, centinaia di armi da fuoco, tra cui 92 pistole. La polizia era a conoscenza dell’arsenale di Heuermann e, proprio per questo motivo, ha deciso di arrestarlo all’uscita dal lavoro escludendo il rischio che potesse utilizzare qualcuna di queste armi per far fuoco contro gli agenti.


Le indagini sono ancora all’inizio, e sicuramente dovremo scoprire ancora molto sulla vita, la personalità e la psicologia di Heuermann, anche se alcuni tratti sono già emersi con chiarezza. Sadico, psicopatico, con una grande capacità nell’indossare la maschera dell’uomo d’affari, marito, padre di famiglia, salvo poi abbassarla in alcuni momenti, in particolare quando la moglie e i figli erano lontani da casa per le vacanze. Ed era proprio lì che il killer dava sfogo alle sue pulsioni, alla sua voglia irrefrenabile di avvicinare, violentare, torturare e uccidere giovani donne. Un soggetto che dimostra una freddezza e, se vogliamo, un elevato grado di ossessività non solo nella scelta delle vittime, tutte ragazze tra i 20 e i 27 anni, di corporatura minuta, con occhi dello stesso colore, e nell’uccisione delle stesse, tutte soffocate, ma soprattutto nell’occultamento dei corpi, fatti a pezzi, messi in alcuni sacchi e abbandonati “in fila” lungo la spiaggia di Long Island. Come detto, ci sarà tempo per approfondire la personalità di questo soggetto, ma di una cosa possiamo essere certi: Heuermann, da diversi anni, aveva smesso di uccidere.


Quindi i serial killer possono smettere di uccidere? Si, o per meglio dire, nella maggior parte dei casi tendono a continuare la loro serie omicidiaria fino a che non vengono incarcerati, anche per altri reati, vengono colpiti da una malattia che ne limita i movimenti oppure muoiono. Ma c’è anche un’alta percentuale di assassini che, arrivati ad un certo punto, magari perché la loro carica psico-motivazionale si è esaurita, o perché si sentono braccati dalla polizia, decidono di smettere di uccidere. Tra i casi più recenti che confermano questa teoria abbiamo Dennis Rader, noto come Killer BTK, oppure Lonnie David Franklin Jr., detto anche The Grimm Sleeper (il killer dormiente) o Joseph DeAngelo, il Golden State Killer, rimasto silente per oltre 30 anni, prima di essere arrestato.

Se ci dovessimo attenere alla figura del serial killer creata dai mass media, dal cinema e dalla letteratura, parrebbe impossibile che un soggetto di questo tipo possa avere un lavoro, una famiglia e una buona reputazione a livello sociale. Invece, come spesso accade, questo “mito del serial killer” viene facilmente demolito dalla realtà dei fatti.

 
 
 

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©2020 di Alessandro Cariulo Psicologo Criminologo Formatore. Creato con Wix.com

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