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Killer Organizzato o Disorganizzato?

  • Alessandro Cariulo
  • 20 apr 2020
  • Tempo di lettura: 3 min


Quando si parla del fenomeno degli omicidi seriali è impossibile non citare l'ormai famosa suddivisione dicotomica, teorizzata dall'FBI a metà anni '80, secondo cui i Serial Killer si dividerebbero in organizzati e disorganizzati. Il killer organizzato pianifica il delitto in ogni dettaglio, sceglie una determinata tipologia di vittima, usa strumenti di costrizione e mette in atto torture, lascia una scena del crimine ordinata senza lasciare tracce, a partire dall'arma utilizzata che porta via dalla scena. Al contrario il killer disorganizzato mette in atto delitti in modo impulsivo, con poca o senza pianificazione, lascia molte tracce sulla scena, spesso compresa l'arma del delitto, oltre ad intrattenersi sulla scena del delitto effettuando anche mutilazioni sulle vittime. Ad oggi, visti i molti anni di esperienza, è chiaro come questa dicotomia sia superata e debba essere considerata più come un continuum tra due poli Organizzato/Disorganizzato all'interno del quale collocare l'azione di un killer. E' infatti praticamente impossibile imbattersi in un assassino totalmente organizzato oppure totalmente disorganizzato, la normalità ci indica come sia invece possibile trovarsi ad affrontare casi in cui i killer presentano tratti prevalentemente organizzati, prevalentemente disorganizzati oppure in cui il grado di organizzazione si colloca più o meno al centro del contiuum portando ad un quasi perfetto equilibrio. In tal senso, in tempi più recenti, De Luca individua diverse modalità di pianificazione dei delitti, che possono anche variariare all'interno di una stessa serie tra un delitto e un altro:


- Pianificazione totale: che caratterizza i serial killer con alto grado di organizzazione “organizzati”. In questo caso, l’assassino cura ogni dettaglio del suo piano in maniera molto puntigliosa e accurata, non lascia niente al caso. Si impegna ad organizzare ogni mossa con molta intelligenza, facendo sparire ogni traccia del suo crimine. È tra i serial killer più spietati, e spesso per la polizia diventa irraggiungibile. Infatti questa categoria rientra in quella dei più frequenti casi irrisolti serial killer. C’è da chiarire però che la “concentrazione” totale che questo tipo di omicida seriale mette nel suo primo omicidio, non sarà la stessa che avrà nei prossimi. Col tempo infatti, la sua voglia di uccidere prevarrà su tutto, anche sulla pianificazione dei delitti, per cui ogni volta che agirà lo farà sempre più spontaneamente, commettendo infine anche qualche errore di distrazione.


- Pianificazione Zero: l’assenza di pianificazione è ciò che rappresenta invece i serial killer con basso grado di organizzazione. Sono soggetti molto diffidenti e asociali, che spesso nascondono dentro un grande dolore. Si sentono rifiutati e sfogano questa rabbia contro chi capita nel posto sbagliato al momento sbagliato. Si, perché gli omicida seriali disorganizzati non pianificano, agiscono e basta. Uccidono le loro vittime scegliendole a caso senza una precisa selezione, che siano uomini, donne o bambini. Secondo gli esperti, questa tipologia di killer seriale possiede al suo interno un’innata predisposizione all’omicidio, che si può scatenare in qualsiasi momento se ci sono le circostanze adatte. L’omicida seriale con pianificazione assente assassina le sue vittime senza una precisa motivazione. Utilizza come arma del delitto un oggetto che trova sul posto, senza poi preoccuparsi troppo di farlo sparire.


- Pianificazione Parziale: questa tipologia di serial killer risulta essere sia organizzato che disorganizzato. Egli desidera pianificare le fasi più importanti dell’omicidio, senza perdere troppo tempo a studiare bene ogni dettaglio. Per lui è importante curare nei dettagli solo il momento rituale dell’azione criminale, mentre mette meno impegno magari nel far perdere le sue tracce. All’interno di questa categoria esistono omicida seriali che scelgono le loro vittime minuziosamente in base a molti criteri. Sono capaci di seguirle di nascosto per settimane, appuntando i loro orari e le loro abitudini. Ci sono poi altri invece che non prestano chissà quale attenzione a chi siano le vittime, ma si concentrano maggiormente sull’esecuzione di un delitto perfetto.


- Pianificazione Mista: l’assassino seriale che compie i suoi omicidi con pianificazione mista, non segue la particolare esigenza secondo cui ogni delitto deve essere simile agli altri. Alcune volte è possibile che pianifichi totalmente il crimine, altre volte capita che l’uomo agisca d’impulso uccidendo la prima persona che incontra. Perciò anche questa tipologia di killer seriale non rientra in un comportamento ben preciso, può essere organizzato, disorganizzato oppure procedere pianificando il crimine parzialmente. L’unico aspetto per cui questo assassino è imprescindibile è la presenza della sua firma di riconoscimento sul luogo del delitto.


- Pianificazione Fasica: l’omicida seriale che agisce con pianificazione fasica è molto simile a quello che organizza il delitto solo parzialmente. Non ha la necessità di studiare ogni piccola mossa dei suoi crimini, ma analizza solo quelle che per lui sono più importanti. In questo caso però, l’omicida non fa solo differenze tra un omicidio e l’altro, ma crea confusione in ogni singolo delitto. Agisce sempre in maniera incoerente, e per questo riesce spesso ad ingannare le forze dell’ordine.

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©2020 di Alessandro Cariulo Psicologo Criminologo Formatore. Creato con Wix.com

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