LA CREAZIONE DEL "GRUPPO SQUADRA": RUOLI E PSICOLOGIA
- Alessandro Cariulo
- 14 gen 2021
- Tempo di lettura: 6 min

Per la serie di approfondimenti riguardo alla psicologia dello sport, parliamo oggi di quanto sia importante, per gli sport di squadra, creare un gruppo coeso e ben assortito, individuando all’interno di esso specifici interpreti per ogni ruolo determinante. Una squadra è come una macchina, e presenta lo stesso funzionamento. Il motore ne è il cuore, ma deve essere collegato ai vari meccanismi, ed essere alimentato ogni volta che il serbatoio si svuota. Ma come si fa per alimentare il serbatoio?
Gruppo squadra come gruppo di lavoro
Un gruppo squadra è a tutti gli effetti un gruppo di lavoro, formato quindi dall’insieme di individui che interagiscono tra di loro per il raggiungimento di un obiettivo comune. Per lavorare in gruppo si sviluppano principalmente tre dinamiche:
Interazione: che consiste nell’azione degli individui del fare insieme e di un processo di adattamento reciproco;
Interdipendenza: condivisione di metodi di lavoro, norme, obiettivi e ruoli;
Integrazione: condivisione e confronto tra i membri del gruppo.
Mentre nel gruppo classico l’elemento chiave è l’interazione, nel gruppo di lavoro l’aspetto più importante riguarda l’integrazione. È proprio grazie al passaggio dall’interazione all’integrazione che si sviluppa “la coesione” tra i membri del gruppo. Questa è senza dubbio una fase delicata del processo poiché, oltre a far emergere le uguaglianze e far nascere legami tra i membri, possono nascere dei conflitti, che dovranno essere gestiti al meglio. Molto importante è cercare di creare un legame e un’interazione tra i componenti della squadra anche al di fuori della palestra, del campo, delle gare, fissando per esempio un giorno alla settimana in cui ci si riunisce per poter cenare insieme, magari alla presenza anche delle famiglie.
La nascita e lo sviluppo delle dinamiche di gruppo
Le dinamiche di gruppo si riferiscono a processi di crescita e di sviluppo del gruppo, alle norme e alle regole, alla leadership. Le fasi che concorrono a determinare le dinamiche di gruppo sono le seguenti:
Fase 1: Forming (orientamento) -> è la fase iniziale, in cui il gruppo inizia a formarsi e i membri iniziano a condividere un senso di appartenenza tra di loro. Si parla di conoscenza, fiducia e condivisione dei valori, che porta alla creazione di un’identità del gruppo;
Fase 2: Storming (tempesta) -> ovvero il periodo in cui si mettono in atto le proposte del conduttore, nel caso della squadra è la guida tecnica. In questa fase, molto delicata, possono emergere i conflitti, dando vita a delle tensioni perché ognuno cerca di imporre il proprio pensiero ponendosi in conflitto con il conduttore, che a sua volta deve essere in grado di gestire i conflitti, creando un senso di fiducia all’interno del gruppo;
Fase 3: Norming (coesione) -> in questa fase si crea un senso di unità e fiducia reciproca tra gli individui e nei confronti del conduttore, ed è qui che emerge il leader. Giunti a questo punto si stabiliscono delle regole da seguire e si definiscono i ruoli per ogni individuo all’intero gruppo, perché quando si ha un obiettivo comune da raggiungere il rispetto dei ruoli diventa cruciale;
Fase 4: Performing (efficienza) -> è la fase operativa in cui ognuno dei membri deve lavorare per poter raggiungere gli obiettivi prefissati, lavorando in cooperazione con gli altri;
Fase 5: Adjourning (aggiornamento) -> Quando gli obiettivi sono raggiunti, oppure no, la stagione termina. In questo periodo sarà importante ritrovare le motivazioni, in vista di una nuova stagione, oppure decidere di cambiare squadra. Da qui si dovrà ripartire con una nuova fase di orientamento.
La cosa importante è che, negli sport di squadra, solo grazie al lavoro di gruppo è possibile migliorarsi, anche a livello individuale, ed essere in grado di raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. Inoltre, all’interno del gruppo, devono essere presenti dei soggetti che ricoprono ruoli specifici:
- Leader -> Si tratta di un soggetto, o raramente anche più di uno, che possiede un’alta dose di carisma. È il collante tra il gruppo, la società, la guida tecnica e i tifosi. Non sempre è il capitano, figura scelta dall’allenatore anche tra i senatori o tra i fuoriclasse, ma è un figura che emerge e si afferma gradualmente e viene riconosciuto da tutto il gruppo come guida. È lui che riesce a spronare i compagni quando le cose non vanno bene, ed è sempre lui che si prende le responsabilità davanti a tutti. È importante che tutti i compagni lo riconoscano come tale, e che lo considerino il loro rappresentante. A volte il leader può essere l’atleta con più esperienza all’interno della squadra (uno dei senatori) o per la carriera che ha alle spalle, oppure quello con maggiori doti tecniche (il fuoriclasse), altre volte può trattarsi semplicemente di un catalizzatore. Tra le doti che un leader deve possedere, oltre al carisma, ci devono essere capacità comunicative, empatiche, di mediazione e uno spiccato senso del dovere.
- Gregari -> Sono quei membri della squadra che si mettono a completa disposizione dei compagni, talvolta possono ritrovarsi anche fuori dalla gara, ma quando sono chiamati rispondono sempre presenti. Hanno un tipo di personalità che li pone spesso in un ruolo non da protagonisti, anche se il loro apporto è fondamentale e lavorano duramente senza mai fare polemica.
- Senatori -> Questi sono i soggetti con maggiore esperienza all’interno della squadra, per la quale lavorano da diversi anni, o con maggiore esperienza in generale in quel preciso sport. Hanno alle spalle anni di vittorie, di riconoscimenti di ogni tipo, e sono considerati dai compagni come degli esempi da seguire. Spesso, per poter rendere al meglio, devono sentirsi coccolati dalla società e dalla guida tecnica, ed esigono il rispetto dei compagni.
- Animatori -> Questo ruolo è davvero fondamentale quando si parla di gruppo squadra. Sono i membri del gruppo che sono sempre pronti a tirare su il morale di tutti gli altri, organizzano scherzi di vario tipo e danno il benvenuto ai nuovi arrivati.
- Giovani -> Spesso si tratta di atleti che provengono dal vivaio della squadra o da altre squadre. Hanno poca esperienza e, a parte rare eccezioni, devono avere una valida guida che li indirizzi sulla strada da intraprendere. Molto spesso si affidano a senatori e leader, ecco perché una squadra fatta di soli giovani o quasi, fatica a trovare continuità di risultati.
- Fuoriclasse -> Sono gli atleti con maggiori qualità tecniche, con maggiore classe e talvolta fantasia. Hanno un’intelligenza sportiva molto sviluppata e possono essere di due tipi: un tipo che possiede doti innate, un altro tipo che ha lavorato molto duramente per poter arrivare ad essere quello che è. Per rimanere su esempi calcistici della prima tipologia fanno parte Lionel Messi, Diego Armando Maradona o Pelè, mentre della seconda Cristiano Ronaldo. Non sempre, anche se può capitare, il fuoriclasse possiede le caratteristiche di personalità del leader.
- Guida tecnica -> Tutti questi ruoli sono importantissimi, ma è la guida tecnica ad avere il compito di amalgamarli tutti insieme, cercando di creare il vero e proprio gruppo. Anche in questo caso il carisma è fondamentale, ma si devono anche avere notevoli capacità empatiche e comunicative, in modo da poter tenere gli equilibri all’interno dello spogliatoio e sedare eventuali conflitti tra i singoli atleti. L’allenatore deve capire quando una sostituzione può essere effettuata oppure quando può essere l’inizio di un conflitto e di un malcontento che pian piano può contagiare tutto il gruppo. Armonia, rispetto e riconoscimento delle gerarchie sono elementi importantissimi per la creazione di un ottimo gruppo squadra, e l’allenatore è senza dubbio il principale responsabile.
All’interno di una società sportiva, sia a livello professionistico che dilettantistico, un dirigente capace deve tenere ben presente questi ruoli quando si trova a costruire una squadra. Gli equilibri, come è stato evidenziato, sono molto delicati, e sbilanciarli in un senso o in un altro è davvero molto semplice. Quello che è più complicato è cercare poi di ristabilirli. Soprattutto nei settori giovanili è importante stabilire alcune regole cruciali da far rispettare in campo e fuori dal campo:
- In campo -> Creazione di un gioco che possa coinvolgere tutti il più possibile, con passaggi corti e rapidi, cosa che è ben rappresentata da una grande società come quella del Barcellona che cerca di riproporre uno stesso schema di gioco dalle giovanili fino alla prima squadra, creando coesione e senso di identità. Inoltre è importante non fare mai ricadere la colpa della sconfitta su un singolo soggetto ma mettere bene in chiaro che si condividono sempre meriti e demeriti;
- Fuori dal campo -> Costruire un’identità di squadra vivendo al massimo la vita dello spogliatoio, essere sempre puntuali agli allenamenti, stabilendo anche delle pene per chi non rispetta le regole, mangiare insieme, indossare tutti la divisa della società.
L’importante quindi, sia per i dirigenti delle società che per gli addetti alla guida tecnica, oltre ad avere ottime capacità tecniche, è possedere spiccate capacità comunicative ed empatiche.




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