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SARANNO FAMOSI: IL PREZZO DELLA NOTORIETA’

  • Alessandro Cariulo
  • 22 set 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

Essere famosi è una delle massime aspirazioni del nostro tempo. Guadagnare soldi a palate, fiumi di denaro che scorrono, essere al centro dell’attenzione, essere riconosciuti da tutti, avere migliaia, o centinaia di migliaia, di followers sui più diffusi social. Da Instagram a Tik Tok passando per YouTube, con Facebook ormai definitivamente declassato e superato. Questi sono i sogni delle nuove generazioni. Come teorizzato da Maslow, con la sua ormai famosa piramide dei bisogni, il bisogno di stima e considerazione, a cui si può associare la voglia di diventare famosi a tutti i costi, si colloca decisamente in alto, verso il vertice della piramide. Ma cosa succede quando questa fama viene raggiunta? Può durare il tempo di uno schiocco di dita, ma anche estendersi per molti anni. Attori, cantanti, musicisti, ballerini, personaggi dello spettacolo in generale, sportivi, o semplicemente quelli che sono definiti “Influencer”, soggetti che grazie alle loro attività sui social riescono ad avere il seguito di moltissime persone. Soldi, notorietà, fama. Ma siamo sicuri che tutto questo sia sufficiente per mantenere un adeguato equilibrio psicologico e scacciare i fantasmi dell’ansia, della frustrazione e della depressione? Assolutamente no.

Vivere per sembrare perfetti, invincibili e invulnerabili. Tutto questo può portare ad un pesante accumulo di tensione che poi può sfociare in improvvisi attacchi di panico, anche nel corso delle prestazioni artistiche o sportive. Non è raro, soprattutto negli ultimi anni, sentire di personaggi dello spettacolo o sportivi che soffrono di attacchi di panico, che hanno problemi durante le prestazioni sportive, le esibizioni o i concerti. In alcuni casi non ci sono dei veri e propri attacchi di panico, ma anche un senso di malessere che può manifestarsi, per esempio nel corso di alcune interviste.

In tal senso fanno riflettere alcune dichiarazioni rilasciate al Daily Mail da Cristiano Ronaldo, a pochi giorni dal suo ritorno al Manchester United:


Essere me è noioso. Quando inizia, è fantastico. Sei famoso, sei un giocatore fantastico, vinci trofei, fai gol, sei in prima pagina sui giornali, in televisione. Ma dopo molti anni, guardi la vita in un modo diverso. Hai una ragazza, hai figli, vuoi un po’ di privacy e non c’è più privacy. Non posso andare al bar con gli amici. Sai quante volte sono andato al parco con i miei figli negli ultimi due anni? Zero. Mi sento come se fossi un po’ in una gabbia permanente. Ma è troppo tardi per cambiarlo. Se ne avessi l'opportunità ora, pagherei per riavere la mia privacy. La gente dice ‘Ah, sì, ma tu sei ricco. Hai soldi, hai macchine, hai case'. Ma questo non è tutto. Mi sento come se fossi un po' in una gabbia permanente. Credimi, essere troppo famoso non va bene.


I figli e gli amici presi d’assalto sono l’emblema di ciò che significa essere così tanto famosi. Non solo viene coinvolto il soggetto in prima persona, ma anche tutti quelli che stanno con lui. E gli esempi, nel corso degli anni, non mancano di certo. È di qualche anno fa una dichiarazione di Francesco Totti, ex capitano della Roma e simbolo assoluto del tifo giallorosso, in cui affermava di sentire la mancanza di una semplice passeggiata con la famiglia nel centro di Roma. Qualcuno potrebbe pensare che con tutti i soldi che questi soggetti percepiscono e la fama che hanno, il non avere una privacy potrebbe essere un piccolo prezzo da pagare. Possiamo dire che è un po’ il rischio del mestiere. Ed in effetti possiamo proprio definirlo come un rischio legato alla professione, arrivando a definirlo come un vero e proprio Burnout.


La Sindrome da Burnout e la fama


La Sindrome da Stress Lavorativo (Burnout), è caratterizzato da un esaurimento emotivo, spesso dovuto ad un disparità tra risorse disponibili e richieste lavorative. Termine di origine inglese che letteralmente significa "bruciato", "esaurito" o "scoppiato". Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il burn out è una sindrome derivante da stress cronico associato al contesto lavorativo. La sindrome del burnout è in genere caratterizzata da una serie di fenomeni di affaticamento, delusione, logoramento e improduttività che sfociano in prostrazione e disinteresse per la propria attività professionale quotidiana.

Fino a qualche tempo fa solo alcune professioni erano ritenute a rischio, tra cui medici, infermieri, insegnanti, psicologi, assistenti sociali, operatori per l’infanzia, poliziotti, vigili del fuoco. Negli ultimi anni però, gli studi in materia, hanno portato ad affermare che qualsiasi contesto lavorativo in cui ci sono forti condizioni stressanti e pressanti (per esempio, posizioni di grande responsabilità lavorativa) o stretto contatto con pubblico e clienti (es. avvocato, ristoratore, politico, impiegato delle poste, segretaria, ecc.). Lo stress lavorativo porta ad aumentare i livelli d’ansia del soggetto, il suo senso di inadeguatezza e la sua irrequietezza. Inoltre la Sindrome da stress lavorativo può manifestarsi con sintomi fisici (tachicardia, emicrania, sudorazione, vertigini, insonnia, stanchezza, ecc.), sintomi psicoemotivi (tra cui difficoltà a portare a termine i compiti, senso di frustrazione, demotivazione, difficoltà nelle relazioni sul posto di lavoro, distacco emotivo) e sintomi di natura comportamentale (assenteismo e resistenza a recarsi sul posto di lavoro). Ed ecco che, anche professioni legate al mondo dello spettacolo o dello sport, possono portare ad un carico di stress e di responsabilità tali, portare il soggetto a sviluppare una Sindrome da Stress Lavorativo.


Quindi, da ora in poi, quando pensate a quanto potrebbe essere bello essere famosi e pieni di soldi, non fermatevi alle apparenze, ma riflettete anche sul fatto che non potreste più andare a prendere un aperitivo, mangiare una pizza, o a fare una passeggiata con la famiglia, senza che qualcuno vi fermi continuamente, chiedendo un selfie o un autografo.

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©2020 di Alessandro Cariulo Psicologo Criminologo Formatore. Creato con Wix.com

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