top of page

Vincenzo Verzeni: Il Vampiro della Bergamasca

  • Alessandro Cariulo
  • 17 apr 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

Quando si parla di serial killer molto spesso viene indicato, come primo caso della storia internazionale, quello di Jack lo Squartatore, assassino rimasto ignoto che si rese responsabile dell'uccisione di almeno cinque vittime nel quartiere londinese di Withechapel tra il settembre e il novembre 1888. In realtà, questa affermazione, è tutt'altro che corretta. Oggi parliamo di Vincenzo Verzeni, noto come il Vampiro della Bergamasca, un vero e proprio Lust Murder, ovvero un killer lussurioso, che agì nei pressi di Bottanuco, un paesino non lontano da Bergamo, tra il 1867 e il 1872, uccidendo due donne e aggredendone altre sei.


Nato da una famiglia contadina, l'11 aprile 1849, Vincenzo Verzeni visse un'infanzia relativamente tranquilla, segnata dalla rigida educazione impartita principalmente dal padre. I primi comportamenti aggressivi, messi in atto dal Verzeni nei confronti delle donne, sono da collocare intorno al suo diciottesimo anno di età, quando aggredì Marianna Verzeni, sua cugina. La ragazza si trovava a letto, ammalata, quando il cugino fece irruzione nella sua stanza, cercando di strozzarla con le sue mani, ma grazie alle grida di aiuto, fortunatamente, l'azione fu interrotta. Passano due anni e, nel 1869, Verzeni aggredisce, senza ucciderle, tre donne della zona: Barbara Bravi, Margherita Esposito e Angela Previtali, tutte aggredite in strade di campagna, con l'aggressore che cercava di stringere con forza il loro collo. L'escalation di violenza del Verzeni è evidente, tanto da arrivare all'omicidio.


E' l'8 dicembre 1870, quando la quattordicenne Giovanna Motta, che si stava recando nel vicino comune di Suisio per visitare alcuni parenti, scompare nel nulla. Il suo cadavere viene ritrovato 4 giorni più tardi, nudo e brutalmente mutilato: il collo mostra segni di morsi, le interiora e gli organi genitali sono stati asportati e nasconti nell'incavo di un albero, la carne di un polpaccio è stata strappata. Inoltre, fatto particolare e interessante, alcuni spilloni verranno ritrovati accanto al cadavere, facendo pensare ad una chiara componente rituale per il delitto compiuto da Verzeni.


Passano circa quattro mesi e il 10 aprile 1871 Verzeni importuna Maria Galli, un'altra contadina, che lo segnala alla polizia. Il 26 agosto dello stesso anno aggredisce Maria Previtali (non legata ad Angela), spintonandola violentemente e cercando di morderla al collo. Il secondo omicidio ad opera del Vampiro avviene nel 1872, quando ad essere uccisa è Elisabetta Pagnoncelli, il cui cadavere viene ritrovato in condizioni simili a quello di Giovanna Motta: segni di morsi sul collo, organi asportati e lembi di carne strappati, oltre alla presenza di spilli sul corpo della vittima e nelle immediate vicinanze. Poco dopo, nel 1873, Verzeni verrà arrestato e studiato anche dal criminologo Cesare Lombroso: si può definire il primo caso di analisi psico-comportamentale di un assassino seriale. Attenzione, non il primo caso di omicidio seriale, neanche il primo in Italia, visto che prima di lui c'erano stati altri casi, tra cui Giorgio Orsolano, noto come "La iena di San Giorgio", Antonio Boggia e, quasi contemporaneamente il caso di Callisto Grandi "L'Ammazzabambini di Incisa Valdarno".


Cosa c'è di interessante nell'analisi di questo specifico caso? Innanzi tutto il fatto che si trattasse di un vero e proprio Serial Killer Lussurioso, e questo possiamo dirlo grazie anche alle affermazioni del Verzeni stesso che, una volta arrestato, disse che il suo interesse non era rivolto tanto al coninvolgimento in un vero e proprio rapporto sessuale con le vittime, o al contatto/vista dei loro genitali, bensì allo stringere con violenza il loro collo. Solo con questa azione e succhiando il sangue delle sue vittime era in grado di raggiungere il massimo piacere sessuale, arrivando anche all'orgasmo. In alcuni casi il livello massimo di piacere lo aveva raggiunto prima della loro morte, era stato più rapido, ecco perchè alcune di loro non erano state uccise. I Serial Killer Lussuriosi sono infatti assassini che tendono ad agire sulla spinta erotizzante dell’atto omicidiario, assistendo quindi ad una deviazione dal rapporto sessuale comunemente inteso, in cui l’orgasmo viene raggiunto nel corso di un rapporto con un partner, ma giungendo ad eccitazione ed orgasmo con azioni che escludono la partecipazione attiva di un altro soggetto, attraverso pratiche sessuali "devianti", dirette ma anche indirette, tanto che molto spesso sulla scena del crimine non si rilevano tracce di liquido seminale o violenza sessuale diretta nei confronti della vittima. Un altro aspetto che identifica Verzeni come un Serial Killer Lussurioso è sicuramente il suo interesse per il corpo delle vittime, che sono disposte nude, presentano numerose ferite da taglio, l'attenzione verso le mutilazioni e la rimozione di alcuni organi interni, l'accanimento sui genitali (evidenziato da un elevato grado di violenza e distruzione), comportamenti che possono ricondurre a vampirismo e cannibalismo, oltre ad un certo grado di ritualità (la presenza degli spilli e la loro disposizione).


Concludendo questo articolo, vi assicuro che prossimamente tornerò a trattare l'argomento Serial Killer Lussuriosi, aggiungendo altre storie e riportando altri casi inseriti nella casistica criminologica internazionale.


Comments


©2020 di Alessandro Cariulo Psicologo Criminologo Formatore. Creato con Wix.com

bottom of page